1. INFLUENZA DEL DISEGNO SUL CRISTO PORTA LA CROCE: PITTORE VENEZIANI E MILANESI
Il presente studio prende avvio da un’ipotesi centrale: il Cristo Portacroce di Leonardo da Vinci, oggi perduto, sarebbe stato basato su un modello originale di Leonardo, la cui fonte visiva sarebbe il Disegno della Testa di Cristo. Da un secolo, diversi storici – Wilhelm Suida, Kenneth Clark, Carlo Pedretti, Pietro C. Marani e anche la National Gallery di Londra – hanno sostenuto questa ipotesi, suggerendo che il modello perduto possa aver circolato nell’atelier sotto forma di cartone preparatorio. Anche questi specialisti non escludono un’opera di Leonardo da Vinci (si veda il Capitolo 3 dello studio completo in inglese o francese).
Questa pagina presenta uno studio comparativo condotto su un corpus di opere contemporanee al disegno, con l’obiettivo di identificare quelle che ne deriverebbero in modo più diretto.

2. I PITTORI E LE OPERE ANALIZZATE
L’analisi riguarda una ventina di versioni del Cristo Portacroce, dipinte tra il 1500 e il 1525 da artisti del circolo veneziano (Bellini, Giorgione, Tiziano) e lombardo (Giampietrino, Solario, Luini, Sodoma, Cesare da Sesto…).
Una griglia di analisi basata su nove criteri stilistici e iconografici
Essa consente di valutare in modo oggettivo la vicinanza di ciascuna opera al Disegno di Venezia. Tra questi criteri:
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orientamento del Cristo, ‘ritratto di spalla’
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torsione della testa
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sguardo rivolto allo spettatore
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corona di spine
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mano che afferra i capelli
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barba biforcuta
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drappeggio, gestualità, espressione
3. IL ‘RITRATTO DI SPALLA’: UN MODELLO LEONARDESCO AL CUORE DEL CRISTO PORTACROCE
Realizzato nello stile emblematico del maestro italiano, il Disegno della Testa di Cristo di Venezia presenta una caratteristica fondamentale dell’arte di Leonardo: il ritratto di spalla. Questo termine indica un ritratto in cui la figura, vista di tre quarti da dietro, si volge verso l’osservatore sopra la spalla (si veda il Capitolo 2 dello studio completo in inglese o francese).
Questa postura particolare, emblematica del linguaggio espressivo di Leonardo, è illustrata in modo significativo dal foglio di studi conservato presso la National Gallery di Washington, qui riprodotto.
4. TRE OPERE SI DISTINGUONO NETTAMENTE
Tra le opere analizzate, tre si distinguono chiaramente per la loro parentela con il disegno di Leonardo:
Giampietrino – Diverse versioni, derivate da un modello unico, visibili in particolare a Londra, Budapest, e Torino. Riprendono con fedeltà la postura e l’inclinazione del volto.
Andrea Solario (attribuito a) – Una versione oggi distrutta, un tempo a Magdeburgo, conosciuta tramite un’incisione di Carl Wildt, mostra un Cristo invertito ma molto vicino al Disegno per la forma della testa e l’espressione.
Anonimo (Castello Sforzesco) – Un’opera conservata a Milano, attribuita alla scuola di Giampietrino, è l’unica a rappresentare la mano che tira i capelli, come nel Disegno.
5. IL MODELLO DI GIAMPIETRINO: UNA TRACCIA FEDELE
Attraverso una sovrapposizione digitale, i contorni del Disegno di Leonardo coincidono quasi perfettamente con quelli del modello di Giampietrino, se quest’ultimo viene invertito.
Questo modello è stato diffuso in diversi esemplari di alta qualità, spesso dipinti su tavole di pioppo, in linea con le pratiche della bottega di Leonardo.
Le opere di Giampietrino testimoniano una fedeltà eccezionale all’originale: orientamento del busto, curvatura del collo, espressione del volto, oltre ad alcune pieghe del drappo che si ritrovano anche in Solario.

Sovrapposizione: tracciato del Disegno su Giampietrino Budapest (invertito)
6. LA COERENZA STILISTICA DEL DRAPPEGGIO PRESSO GLI ARTISTI MILANESI
Tra gli artisti milanesi (Solario, Giampietrino, Luini, C. da Sesto), così come presso il Sodoma, il Cristo indossa una veste rossa o porpora, che lascia scoperta la schiena per metà e che è drappeggiata alla maniera di una toga romana.
Questa caratteristica comune nell’abbigliamento si accompagna a sorprendenti somiglianze, in particolare nella disposizione e nelle pieghe delle drapperie, particolarmente evidenti in Solario e Giampietrino. Tali similitudini suggeriscono l’ipotesi di un modello comune, forse ispirato a prototipi concepiti da Leonardo da Vinci (si veda il Capitolo 16 dello studio completo in inglese o francese).

Sovrapposizione del tracciato della veste: Giampietrino e Solario
7. UNA TRASMISSIONE DA LEONARDO?
Riguardo Giampietrino: « Ha conservato alcune composizioni del maestro delle quali altrimenti avremmo solo un’idea vaga, se non nulla. » — Wilhelm Suida, 1929
Tutto lascia pensare che il modello utilizzato da Giampietrino derivi da un cartone di Leonardo oggi perduto.
Questo modello è stato copiato o reinterpretato in diversi atelier lombardi, dove ha servito da matrice per varie rappresentazioni del Cristo che porta la croce.
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